Dopo 45 anni un italiano torna alla guida di IULTCS. Il Distretto ritrova il suo respiro internazionale
Ci sono passaggi che non appartengono soltanto alle biografie dei singoli, ma alla storia di un territorio. Ogni tanto il Distretto Veneto della Pelle, quello vero — fatto di chimici, tecnici, imprenditori, scuole, laboratori e lunga memoria — torna a misurarsi con il mondo. E ogni volta che accade, lascia un segno. La nomina del Dr. Giancarlo Lovato ai vertici di IULTCS, dopo 45 anni di assenza italiana, è uno di quei momenti che dicono più di quanto sembri: racconta un’Italia che sa ancora guidare l’innovazione, un Veneto che non ha mai smesso di produrre competenze e una comunità tecnica che, quando si muove, lo fa in profondità. Lovato non è un volto nuovo: è il frutto migliore di ciò che questo territorio produce quando decide di investire nelle persone. Diplomato perito chimico conciario, laureato in Chimica Organica, formatosi nelle nostre aziende, oggi Committee Manager della Commissione ISO sui metodi della pelle, da inizio 2026 Vicepresidente e dal 2028 Presidente di IULTCS.
Non è la storia di una carriera. È la traiettoria culturale di un sistema. Per questo la sua elezione non è un dettaglio: è una pagina che segna come il Distretto torna a parlare con autorevolezza nella grande conversazione internazionale sulla pelle, sulla sostenibilità, sui metodi, sulla ricerca.
L’intervista
Cos’è IULTCS e perché è un punto di riferimento internazionale
“IULTCS nasce alla fine dell’Ottocento per riunire le principali associazioni chimiche e tecniche della concia. Pur non essendo presenti in tutti i paesi, le realtà dei distretti più importanti del mondo hanno scelto di unirsi per condividere conoscenze e sviluppi tecnologici. Ogni due anni, l’associazione organizza un Congresso mondiale itinerante l’ultimo è stato a settembre a Lione in Francia, due anni fa è stato a Chengdu in Cina, tra due anni sarà a Leon in Messico. Durante questi congressi i vari scienziati e tecnici del cuoio portano il loro lavoro, le loro ricerche, i ritrovamenti tecnici. È un momento in cui ci si autostimola ad andare avanti, a diffondere conoscenze a livello mondiale, dove queste personalità si ritrovano, discutono ed elaborano nuove ricerche e idee per il futuro”.
In vista del Congresso di settembre: quali sono i principali temi su cui si stanno focalizzando le varie associazioni?
“Dai contributi in arrivo per il Congresso di Lione emerge chiaramente un tema caldo: quello della sostenibilità. Università, centri di ricerca e aziende private presenteranno avanzamenti delle loro tecnologie per ridurre sempre più l’impatto nel lavorare la pelle. Noi con il cuoio partiamo già bene, perché partiamo da una materia prima naturale. Lo scopo che si ha adesso è di lavorarla sempre più in maniera naturale in modo che sia sempre più un prodotto sostenibile e rinnovabile. Negli ultimi anni si è visto un progressivo aumento, da parte di tutte le aziende – chimiche, conciarie, produttrici di macchinari, ma anche università e centri di ricerca – nel cercare di migliorare il nostro impatto nella lavorazione della pelle. È un trend in crescita molto positivo”.
Qual è il suo percorso all’interno di IULTCS e quali temi vorrebbe portare avanti come Vicepresidente e poi Presidente?
“Il mio percorso inizia come socio AICC, per poi diventare consigliere e segretario all’interno dell’Associazione. L’AICC mi ha candidato come membro del Comitato Esecutivo IULTCS rappresentante l’Italia. All’interno del Comitato Esecutivo si discutono varie cose, tra cui l’organizzazione dei congressi. IULTCS ha diverse commissioni interne: formazione, ricerca, ambiente, comunicazione, metodi e altre ancora.
I metodi sono molto importanti per mettere in connessione le varie realtà nel mondo. Quando una pelle è prodotta, è fondamentale che le valutazioni siano fatte nella stessa maniera in Italia come in Cina, in modo che i numeri siano comparabili. Quando il precedente Committee Manager si è ritirato, sono stato scelto per coordinare tutta la fase di elaborazione dei metodi. Il mio compito è sollecitare le richieste da parte delle varie realtà e coordinare le commissioni tecniche. Per esempio, una questione attuale è quella del fluoro: partiranno commissioni per fare le analisi sul fluoro totale, organico e inorganico sulla pelle e sui prodotti chimici.
I metodi elaborati grazie a IULTCS sono molto importanti, perché grazie a un accordo fatto negli anni ‘90 e confermato nel 2005, ISO ha riconosciuto IULTCS come particolarmente competente nello sviluppare e mettere a punto i metodi di analisi per la pelle. Pertanto i metodi che vengono elaborati da IULTCS vengono riconosciuti e diventano metodi standard ISO.
Come dialogano all’interno di IULTCS tutte queste realtà molto diverse tra loro?
“Le dinamiche di dialogo sono principalmente tre. Il primo è il Comitato Esecutivo: ogni associazione elegge uno o più membri che hanno la facoltà di portare a conoscenza di tutti gli altri le tecniche usate a livello nazionale, il loro modo di fare le cose. Poi questi deputati tornano nelle proprie nazioni e riportano alle associazioni di appartenenza le esperienze condivise.
Il secondo sono le commissioni tecniche: ogni associazione locale può farvi partecipare dei propri membri, quindi sono costituite dalle varie associazioni nazionali. Per esempio, per la formazione, i nostri rappresentanti presentano la situazione del Distretto Veneto, dove c’è l’Istituto Conciario e l’ITS Cosmo.
Il terzo sono i congressi: tutti gli associati possono partecipare e c’è uno scambio delle varie esperienze e dei vari modi di affrontare le problematiche”.
Dopo 45 anni torna in carica un italiano: che impatto può avere questa Vicepresidenza e Presidenza italiana sul futuro dell’associazione?
“A livello internazionale è stata vista bene. Che l’Italia fosse in grado di esprimere una sua visione è stato accolto positivamente, tanto che la nostra candidatura è stata recepita all’unanimità. Questo è frutto di un lavoro di 5-10 anni. L’AICC negli ultimi anni ha fatto grossi passi avanti di riorganizzazione interna per essere più efficace: convegni locali per ogni distretto, attività di formazione, seminari e corsi per i soci.
Abbiamo anche avuto il coraggio di candidarci per l’organizzazione di un Congresso europeo nel 2022 a Vicenza, con Distretto Veneto della Pelle, UNIC, UNPAC e ASSOMAC. Il Congresso è stato un successo: l’allora Segretario di IULTCS mi ha riferito che è stato tra i 2-3 migliori in assoluto. L’organizzazione ha fatto bella impressione e ha aperto la possibilità a un maggiore riconoscimento dei delegati AICC, con successive cariche nell’associazione.
Non è solo la mia posizione nuova, ma negli ultimi tre-quattro anni l’AICC ha candidato altri nostri associati a posizioni di coordinamento delle commissioni internazionali. Era almeno una ventina d’anni che non c’era un italiano a coordinare una di queste commissioni. IULTCS ha riconosciuto l’impegno dell’AICC ad essere più attiva. Se vogliamo, non è una soddisfazione solo del sottoscritto, ma è un premio a tutta l’AICC, supportata anche dal Distretto Veneto della Pelle”.
Come sta vivendo personalmente questa sfida di ricoprire un ruolo così importante e internazionale?
“La sfida è molto importante e nasce dalla convinzione che nel settore ci sia ancora molto da migliorare. L’obiettivo è produrre in modo meno impattante, utilizzando materiali naturali e realizzando pelli che mantengano la loro identità, evitando lavorazioni che le rendono simili alla plastica.
Un approccio orientato alla qualità, anche valorizzando le naturali imperfezioni, potrebbe portare a produzioni più selettive ma con maggiore valore aggiunto.
Il modo di fare la pelle si deve evolvere. Voglio portare a livello internazionale questa visione: puntare sull’autenticità della pelle. Sono nato ad Arzignano, diplomato perito chimico conciario, ho fatto chimica e ho lavorato per diverse aziende del settore, ci sono cresciuto in mezzo alla pelle. Per me è molto emozionale e voglio spingere in questa direzione: valorizzare quello che facciamo, fare in modo che si veda che quello che facciamo è pelle.
Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono avvicinarsi al settore?
“Nel settore conciario un ragazzo che ha voglia di fare ha tante possibilità, anche di mettere in campo la propria creatività e le proprie idee. È un settore che ne ha bisogno. Quelli come me hanno fatto la loro strada e stanno cominciando a fare cambiamenti per diventare più sostenibili, ma abbiamo bisogno dei giovani che spingano ancora di più, con un’ottica diversa dalla nostra. Non solo nella chimica conciaria, ma anche negli altri settori, hanno la possibilità di mettere in gioco tutta la loro voglia di fare in modo concreto.
Anche la conceria è cambiata: le aziende oggi sono moderne, tecnologicamente avanzate. Non bisogna farsi fuorviare dalle foto del passato.
Creatività, sostenibilità, tecnologia: il settore ha tanto da offrire e molte porte aperte. Per coloro che fanno una scuola come l’ITS Green Leather Manager le tipologie di lavoro tra cui scegliere sono molte. Lavorare nel settore è una scelta che potrà dare molte soddisfazioni”.
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Quando la pelle guarda al futuro, Arzignano c’è
La nomina di Giancarlo Lovato arriva in un momento storico in cui la pelle è chiamata a dimostrare, più che mai, la propria verità: naturalezza, autenticità, tracciabilità, sostenibilità reale. Non quella dei convegni, ma quella delle scelte quotidiane, dei metodi di prova, dei processi industriali. Ed è significativo che, proprio ora, a guidare l’orientamento tecnico-scientifico mondiale ci sia un professionista formato esattamente qui. È un riconoscimento internazionale, certo. Ma è anche molto altro: è la misura del valore che il nostro Distretto continua a esprimere quando mette insieme aziende, scuola, ricerca e visione. Lovato porta il suo nome, ma dietro di lui cammina un territorio intero. E forse questo è il punto più alto di tutta la vicenda: che il mondo della pelle, oggi, parli una lingua che ad Arzignano conosciamo benissimo. La lingua del lavoro, della competenza, della qualità che non ha bisogno di slogan.
Una lingua che, finalmente, torna a sedersi al tavolo dove si decide il futuro.