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Gruppo Florence: innovazione e aggregazione per il futuro della filiera moda

Intervenuto in videoconferenza a INSIDE #lineapelle105, Attila Kiss, CEO di Gruppo Florence, ha tracciato un quadro chiaro delle strategie e delle sfide del gruppo, realtà che negli ultimi anni ha ridefinito il settore attraverso un modello di aggregazione innovativo.

Un modello di aggregazione per proteggere l’eccellenza del Made in Italy

“Il nostro è un gruppo che nasce con l’intenzione di aggregare e proteggere le eccellenze esistenti”, ha spiegato Kiss, sottolineando come l’integrazione sia la chiave per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più dinamico.

Grazie alla creazione di un ecosistema strutturato, Gruppo Florence è in grado di offrire ai brand servizi di alto livello, investendo in innovazione, digitalizzazione e trasmissione del know-how alle nuove generazioni.

Le quattro business unit di Gruppo Florence

Il gruppo opera attraverso quattro business unit che coprono diverse aree strategiche della moda:

  • Abbigliamento: dai capi in maglia al denim, passando per il jersey e gli accessori, inclusi capi in pelle.
  • Pelletteria: con aziende specializzate nella produzione di borse e piccola pelletteria.
  • Calzatura: sneakers e calzature eleganti.
  • Lavorazioni intermedie: ricami, stampe, lavaggi e altre finiture estetiche.

Nonostante la forte presenza nella pelletteria, Gruppo Florence non ha ancora incluso le concerie nella propria rete di aggregazione. Kiss ha dichiarato che attualmente il gruppo è focalizzato sulla produzione di prodotti finiti, ma non esclude che in futuro questa scelta possa essere rivalutata.

“Al momento siamo concentrati sul prodotto finito, quindi non siamo entrati nel segmento delle materie prime. Non è nei nostri piani a breve, ma potrebbe essere una possibilità in futuro”, ha spiegato il CEO.

Sfide e trasformazioni del mercato: tempi più veloci e filiera più reattiva

Guardando al contesto economico attuale, Kiss ha evidenziato le sfide della supply chain, con la necessità di tempi di produzione più veloci e quantitativi ridotti, per rispondere alle nuove abitudini di consumo.

“I brand ci chiedono lead time produttivi più corti per reagire velocemente ai cambiamenti di mercato”, ha sottolineato il CEO di Gruppo Florence.

Nonostante le incertezze globali, Kiss si dice ottimista per la seconda metà dell’anno e per il 2026, pur avvertendo che il settore non tornerà ai livelli pre-crisi, ma dovrà adattarsi a una nuova normalità.

Il futuro del Made in Italy: innovazione e reputazione

L’approccio di Gruppo Florence conferma come il futuro del Made in Italy passi attraverso innovazione, aggregazione e sostenibilità, mantenendo al centro qualità e reputazione dei brand.

“Il Made in Italy deve essere orgoglioso di quello che succede in questo Paese”, ha concluso Kiss, ribadendo l’importanza di un sistema produttivo solido e competitivo.

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