Intelligenza artificiale e moda: nuovi orizzonti per il settore pelle secondo Emanuele Frontoni

Un laboratorio di ricerca al servizio delle aziende
A INSIDE #Lineapelle 105, il Prof. Emanuele Frontoni, docente all’Università di Macerata e co-direttore del VRAI – Vision, Robotics & Artificial Intelligence, ha illustrato come la ricerca scientifica possa dialogare efficacemente con il mondo dell’impresa. Il laboratorio VRAI riunisce competenze distribuite su più atenei italiani e istituzioni di eccellenza, con un obiettivo chiaro: trasferire soluzioni avanzate in ambito di intelligenza artificiale direttamente alle aziende, in particolare nel settore della moda.
Applicazioni concrete: dal forecasting al supporto e alla creatività
L’adozione dell’intelligenza artificiale nella moda è in fase avanzata. Le sperimentazioni spaziano dalla previsione delle vendite (forecasting) alla scelta mirata dei materiali. Particolarmente rilevante è il supporto che l’IA offre alla creatività umana, permettendo di gestire e interpretare quantità di dati visivi impensabili per un essere umano.
“Analizziamo più o meno 80.000 immagini all’ora che arrivano dai canali social o dai portali web del mondo della moda”, ha spiegato Frontoni. Questi dati consentono di individuare trend emergenti e differenze geografiche, supportando chi disegna collezioni, sviluppa materiali o gestisce l’assortimento dei punti vendita.
Sostenibilità e riuso: il caso Luxottica
Un esempio concreto di applicazione virtuosa è rappresentato dalla collaborazione con Luxottica, in cui l’intelligenza artificiale è stata impiegata per recuperare materiali obsoleti e reinserirli nel ciclo produttivo. “Questo coniuga sostenibilità e riuso anche con una grande potenza algoritmica”, ha evidenziato Frontoni. La capacità di incrociare dati di tendenza con giacenze inutilizzate ha permesso di creare nuovi prodotti, in una logica di economia circolare che può essere replicata in altri segmenti del fashion system, grazie al supporto dell’intelligenza artificiale.
Opportunità per il comparto pelle
Anche il settore della pelle può trarre ampio beneficio dall’intelligenza artificiale, soprattutto nell’analisi dei trend visivi e cromatici. Sebbene manchi un contatto diretto con il consumatore finale, come avviene nel prêt-à-porter, le immagini provenienti dai social network rappresentano una risorsa preziosa per comprendere l’evoluzione della domanda e orientare le scelte produttive.
Secondo Frontoni, “oggi la sensibilità al dato multimediale costituisce un elemento cruciale”. La capacità di distinguere un materiale di pregio da uno più ordinario, di cogliere in tempo reale variazioni nei gusti cromatici, o ancora di integrare ispirazioni da altri settori – come l’arredo o la natura – sono esempi di come l’IA possa essere un alleato strategico per le imprese conciarie e della filiera pelle.
Come ha ribadito il professor Frontoni, si tratta di un’opportunità per progettare in modo più centrato sull’utente e più sostenibile, riducendo sprechi e sovrapproduzione. Il comparto pelle, con la sua ricchezza materica e cromatica, ha l’occasione di inserirsi con consapevolezza in questa trasformazione. Un futuro che guarda all’innovazione, valorizzando la tradizione e l’unicità del made in Italy.
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