Il progetto di E_labo: fare squadra per una sostenibilità condivisa
E_labo, socia del Distretto Veneto della Pelle, è una società di consulenza con un’importante esperienza nel settore conciario. Abbiamo incontrato l’Ing. Andrea Fracasso, socio di E_labo, consulente HSE (Health, Safety & Environment) e formatore qualificato, per conoscere meglio la sua realtà ed approfondire l’iniziativa a cui sta lavorando, nata per contribuire a stimolare la riflessione, la consapevolezza ed il dialogo di filiera sull’importante tema della sostenibilità e delle certificazioni. Un tavolo di lavoro che riunisce diversi tecnici, consulenti e rappresentanti del mondo conciario, con l’obiettivo di coinvolgere ogni attore della filiera, per preparare la strada ad un futuro dove le parole “fare squadra” e “proattività” giocheranno un ruolo sempre più importante.
Andrea, di cosa si occupa nello specifico E_labo?
E_labo nasce nel 2003 come laboratorio di analisi, l’ambito da cui deriva il nostro nome e che racchiude ancora oggi l’inizio della nostra storia. Oggi E_labo è un vero e proprio laboratorio per la sicurezza aziendale, a 360 gradi, divenendo centro di formazione specializzato e interlocutore diretto per tutti gli aspetti legati alla sicurezza sul lavoro, con competenze estese alle pratiche specifiche ed integrate tra sicurezza, ambiente e certificazioni.
Ci hai parlato di un progetto al quale state lavorando: raccontaci, di cosa si tratta?
Noi di E_labo siamo un team di professionisti che da sempre opera nel settore della concia, partecipando attivamente al suo sviluppo su tutti i livelli. Per questo, sappiamo bene che la grande sfida che l’ambito conciario si trova ad affrontare oggi è: come comunicare l’impegno profuso negli anni per uno sviluppo sostenibile, sociale, economico ed ambientale, e come riuscire ad ottenere il giusto riconoscimento di quanto finora fatto e di quanto in programma per il prossimo futuro. Da un paio d’anni quindi, per dare supporto in questo alle aziende, abbiamo costituito un gruppo di lavoro allargato, al quale partecipano tecnici di diversi Studi, oltre al nostro, come Studio Perazzolo, Saytech e Sepra: consulenti aziendali, esperti in pratiche ambientali e sistemi di gestione di grandi e medie imprese, come pure di piccole concerie e terzisti.
Da quali spunti nasce questa volontà di fare network tra professionisti e tecnici?
Il motivo ricorrente è la sostenibilità, termine abusato nelle sue varie accezioni, non sempre facile da comunicare e da valorizzare verso il consumatore. Siamo partiti da una serie di constatazioni, chiedendoci se effettivamente i modelli offerti al mercato per verificare e dichiarare la sostenibilità siano robusti, inattaccabili, univoci e chiari, sia per le aziende che per i brand ed i consumatori. In pratica ci siamo chiesti: le attuali norme, protocolli e marchi aiutano davvero il mercato? L’aspetto chiave è che tutto ciò che entra ed esce, a qualsiasi titolo dalle nostre aziende, materiale ed immateriale, genera lo sviluppo del comparto. È chiaro quindi che uno schema ambientale che identifichi il valore delle azioni concrete verso la sostenibilità, messe in atto dalle aziende, non può prescindere dal riconoscere le norme, le leggi nazionali ed internazionali sulla sicurezza, sull’ambiente, sui diritti del lavoro. Va da sé quindi che sicurezza, rispetto per l’ambiente, diritti dei lavoratori, garanzie al mercato, rispondenza alla legislazione nazionale, alle normative europee ed internazionali, vadano comunicate in modo chiaro e inequivocabile. Da queste riflessioni nascono la nostra iniziativa e il nostro lavoro.
Quali obiettivi vi siete dati?
Vogliamo sostenere e promuovere un’unità di intenti per costruire insieme un percorso verso una comunicazione ai brand e al consumatore che possa rafforzare l’immagine del comparto. Cominciare a creare una visione comune tra tutte le parti che sono presenti ed agiscono a vario titolo nella filiera. Il nostro impegno punta ad aprire un dialogo con tutti gli attori, sia nazionali che esteri, mettendo in campo le migliori professionalità, ma anche l’orgoglio di un settore che ha bisogno di trovare un’identità comune per affrontare le future sfide. Il nostro obiettivo è portare il nostro contributo tecnico, per creare sinergia con le associazioni nazionali e con le società estere che stanno proponendo al comparto nazionale della pelle, leader nel mondo, protocolli che a diverso titolo, trattano gli aspetti della sostenibilità. Far conoscere ciò che propongono questi protocolli è importante, significa creare quella consapevolezza e quella massa critica che può portarci a trovare un cammino comune, per avvicinarsi sempre di più alle vere esigenze del tessuto industriale italiano ed europeo. Per noi è importante dirigersi verso una fase propositiva, costruttiva e ottimizzare le modalità di comunicazione verso l’esterno.
Cosa pensate di raggiungere? Come vedete realizzato il vostro progetto nel futuro?
L’ambizione, perché no, è di superare le “difficoltà” attuali con strumenti condivisi con la filiera. Questo comparto più di altri deve lavorare insieme per un obiettivo comune: la sostenibilità. Dai grandi gruppi, alle medie e piccole concerie, dai terzisti, ai fornitori di servizi, dalla chimica conciaria, al macello, all’allevamento fino ai consumatori: questi sono i soggetti che in vario modo hanno contribuito al successo di un comparto che detiene la leadership nel mondo. Ecco perché abbiamo cominciato ad incontrare le diverse aziende, per confrontarci, raccogliere le istanze, delineare criticità ed ambiti di miglioramento. È importante fare network, comunicare a tutti, creare momenti di condivisione, per essere propositivi e proattivi e per creare quel clima costruttivo necessario ad incidere davvero sul cambiamento.
Scopri di più su E_labo sul sito https://www.e-labo.it/