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Quantificare scientificamente la base Bio della pelle e dei materiali alternativi: oggi si può! Ce lo spiega Gustavo Adrián Defeo

Abbiamo incontrato Gustavo Adrián Defeo, chimico-ricercatore che da anni si dedica alla ricerca applicata al mondo del cuoio e dei pellami, all’indomani della pubblicazione scientifica del progetto di ricerca che porta il suo nome, assieme a quello di Federico Carcione, Iacopo Galli, Saverio Bartalini e Davide Mazzotti. Nomi questi, tutti ben noti nel campo della ricerca fisica italiana ed internazionale.

Pubblicato da MDPI Coatings, rivista peer-reviewed dedicata all’ingegneria delle superfici e dei rivestimenti,  ottenendo così la forma più autorevole di divulgazione scientifica, l’articolo dal titolo “Materials’ Circularity: A Novel Method for Biobased Carbon Quantification on Leather, Artificial Leather, and Trendy Alternatives”, riporta i risultati della ricerca condotta da Ars Tinctoria, CNR-INO (Istituto Nazionale di Ottica e Ottica Applicata), LENS (European Laboratory of Non-Linear Spectroscopy ), Università degli Studi di Firenze e ppqSense, società specializzata nella progettazione di strumentazioni per l’analisi al radiocarbonio.

Il progetto, coordinato da Gustavo Defeo, si ispira alla ricerca di Meyer, M.; Dietrich, S; Schulz, H.; Mondschein, confluita nell’articolo scientifico “A comparison of the technical performance of leather, artificial leather, and trendy alternatives”, pubblicato sulla stessa rivista (MDPI Coatings 2021, 11, 226) ed eseguito sugli stessi campioni, gentilmente forniti da Michael Meyer di FILK Freiberg Institute.

Il tema affrontato è davvero centrale per il settore della pelle, per questo abbiamo voluto porre alcune domande a Gustavo Adrián Defeo, per capire a fondo la valenza di questa pubblicazione.

Come nasce l’idea di questa ricerca?

Il lavoro di ricerca laboratoriale, iniziato in Ars Tinctoria nel 2018, nasce dallo studio delle vigenti direttive europee e delle previsioni di indirizzo sulle future normative, in materia di circolarità e sostenibilità, conseguenti al Green Deal europeo. Il concetto di Bio-economia, proposto dall’Europa, giustifica la necessità di evolvere tutti i settori dei materiali, verso un nuovo punto di vista analitico. Purtroppo, la diffusa pratica del greenwashing e la proliferazione di alternative alla pelle, con credenziali di sostenibilità scarsamente supportate scientificamente, inducono a promuovere nuovi materiali, senza considerare la loro reale base Bio e le conseguenze ambientali sul fine vita di questi prodotti. 

Qual’è l’obiettivo perseguito? 

Semplice: definire, attraverso una quantificazione scientificamente attendibile, un vero prodotto “circolare” che utilizzi materiali originati da fonti rinnovabili, escludendo al più possibile derivati di petrolio, attraverso una scala di riferimento univoca e chiara, a prescindere dalla matrice su cui si va a fare la ricerca.

Avete validato quindi un nuovo metodo per determinare l’origine Bio dei materiali?

La convalida riguarda un nuovo strumento analitico: lo spettrometro SCAR, e la possibilità di utilizzarlo per le analisi con il metodo ufficiale europeo  (EN 16640:2017 – norma sulla determinazione del carbonio di origine biologica nelle sostanze, basato sulla misura del contenuto di carbonio 14). La tabella 2, presentata nel nostro articolo, elenca una serie di materiali con contenuto Biobased, scelti in uno spettro da 0  a 100 pMC (parti di carbonio moderno), confrontati presso un laboratorio AMS accreditato: i risultati sono di un perfetto allineamento tra la risposta dello spettrometro SCAR, con quelli dell’AMS.

Qual’è la scoperta più interessante rispetto al confronto tra pelle e materiali alternativi?

Con questo metodo sono stati analizzati diversi materiali e differenti tipologie di pellami (wet white, conciate al cromo, al vegetale ecc…). Su 23 campioni testati abbiamo riscontrato che, quasi tutti quelli contenenti la dicitura “Bio” o “Vegan” hanno un contenuto di pMC inferirore a 50, ovvero erano composti per lo più da carbonio fossile. La pelle – eccezion fatta per quelle trattate pesantemente con prodotti sintetici (ad esempio quelle verniciate e impregnate) – dimostra invece di porsi prevalentemente tra i 60 pMC e i 100 pMC.

In pratica, la comparazione ha dimostrato scientificamente quanto i prodotti, promossi come alternativi alla pelle e pseudo “VEGAN”, sono in larga parte materiali derivati dal petrolio (per oltre il 50% della loro composizione) mentre la pelle può toccare percentuali dall’80 al 100% di materia Biobased …

Che valenza hanno queste evidenze scientifiche per il mondo della pelle?

Per il mondo della pelle è importante far luce su una tematica piuttosto combattuta negli ultimi anni: la pelle è veramente un materiale Bio? La domanda è tanto banale quanto illuminante. Il focus è spesso incentrato su quello che è il ciclo di vita dell’animale, con tutte le implicazioni ambientali che ne derivano, ma si dimentica di valutare la matrice stessa della pelle, che altro non è che uno scarto della lavorazione dell’industria della carne. La pelle è Bio perché viene direttamente dagli animali ed è un prodotto sostenibile perché, se lavorata con pratiche virtuose, può ottenere dei risultati in termini di riutilizzo e biodegradabilità che nessuna fibra sintetica può garantire. Questa pubblicazione è sicuramente un passo avanti per la definizione di un metodo trasversale che permette definire, attraverso un parametro certo, quale è il contenuto di carbonio derivato da biomassa: la misura della circolarità intrinseca di un materiale 

Quale utilità avrà tutto ciò per il settore conciario?

La direttiva Green Deal Europea porterà ad un drastico cambiamento nei rapporti B-to-B e B-to-C, esigendo trasparenza su diversi parametri che vanno dall’origine del materiale, al ciclo di vita, fino allo smaltimento finale. La componente derivata da biomassa è uno dei parametri cardini da trasmettere. Capire le proprietà intrinseche dei materiali, il loro smaltimento, o meglio l’upcycling, sarà non solo un obbligo ma una condizione per restare sul mercato.

Lei è membro del Comitato Tecnico Europeo TC411, quale lavoro sta portando avanti in quella sede?

Da anni lavoro per il riconoscimento della pelle nell’elenco dei materiali definiti Biobased dalla Comunità Europea e a favore di questo va il mio impegno nella commissione CEN TC 411, istituita nel 2011 dal CEN (Comitato Europeo di Normazione) per la definizione degli standard dedicati ai prodotti Biobased. L’obiettivo è di vedere finalmente annoverata la pelle tra i materiali ufficialmente dichiarati Bio in UE (dato che lo è per natura). Al contempo, cerco di portare al settore concia il supporto necessario, affinché le nuove normative europee non colgano impreparate le aziende del comparto.

Prossimi step?

Continuerò nella divulgazione. Dopo le prime presentazioni in eventi locali (Arzignano, Solofra e Vicenza), sono stato relatore in diverse conferenze presso: il terzo Eurocongress IULTCS di Vicenza, Lineapelle Milano, Dubai (UAE), Buenos Aires (Argentina), Lione (Francia), Freiberg (Germania), San Miguel de Tucuman (Argentina), Lorca (Spagna) e Northampton (GB). Nei prossimi giorni sarò a Tokyo e a luglio tornerò a Freiberg. Con il mio laboratorio proseguirò nella strada della ricerca di soluzioni sempre più sostenibili per il settore della pelle. Abbiamo già diversi nuovi progetti in cantiere, che mirano all’ottimizzazione del processo conciario in termini di riduzione dell’impatto ambientale e che permettono di misurare i miglioramenti apportati. Come al solito, raggiunti obiettivi di rilievo, pubblicheremo le nostre ricerche.

 

Non ci resta che ringraziare Gustavo Defeo, i membri del gruppo di lavoro scientifico e chi ha sostenuto nel tempo questo importante percorso di ricerca, che ha segnato un nuovo importante traguardo per la filiera della pelle.

Leggi la pubblicazione scientifica su https://www.mdpi.com/2079-6412/13/5/892

  • Ars Tinctoria Gustavo De Feo Distretto Veneto Della Pelle 1
  • Ars Tinctoria Gustavo De Feo Distretto Veneto Della Pelle 2

    Foto di gruppo con spettrometro SCAR:

    Da sinistra a destra: Dr. Alessio Montori (CNR–INO / PPQ Sense), Dr. Federico Carcione (Univ. Florence), Dr. Amelia Detti (PPQ–Sense), Prof Saverio Bartalini (CNR–INO / PPQ Sense), and Gustavo Defeo (Ars Tinctoria) FSLTC.

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